San Panfilo Fuori le Mura

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CHIESA DI SAN PANFILO FUORI LE MURA

Il complesso ha origini molto antiche, riferibili a una fondazione benedettina dalle forme preromaniche, confermate dalle tracce del primitivo impianto della chiesa. Probabilmente sorge su un tempio dedicato a Diana. Le prime notizie sul complesso sono ricavabili da un documento dell'XI secolo (1084), che ne attesta la donazione da parte del Conte di Loreto, Guglielmo, all'abate del Monastero di Santa Maria di Picciano. Da questo momento, la storia della chiesa si caratterizzerà per una serie di vicende che ne modificheranno l'aspetto, fino a determinarne la forma attuale.  L'impianto della chiesa, in stile barocco, è composto da tre navate della stessa altezza, di cui quella centrale più ampia, divise da archi a tutto sesto, originariamente poggianti su colonne poi inglobate in pilastri rettangolari; si caratterizza, inoltre, per l'abside quadrata e la copertura piana. Della costruzione originaria, restano solo alcune tracce lungo il fianco sinistro della chiesa: resti di archetti e lesene, nonché di una partitura muraria irregolare, diversa da quella della facciata. L'interno della chiesa colpisce per il suo corredo decorativo, finanziato negli anni dalle più importanti famiglie di Spoltore, di cui la chiesa era, da sempre, luogo di sepoltura. Ai lati, intervallati da brani ad affresco raffiguranti santi vescovi, sono collocati sei altari di epoca barocca: in legno policromo con colonne tortili e puttini, o in altro materiale imitante il marmo, con colonne a fusto liscio e figure allegoriche, presentano una ricca decorazione di tele, bassorilievi e stucchi, quasi sempre accompagnati dalle date di esecuzione e dai nomi dei committenti.

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