La Processione del Patrono San Panfilo

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Il Patrono di Spoltore

La complessa liturgia della festa di S. Panfilo prende forma nei primi anni del 1600 con il trasferimento della Prepositura da S. Panfilo fuori le mura alla chiesa di S. Antonio e Santa Maria della Porta, che da questo mo­mento diventa S. Panfilo entro le mura.

I riti che da allora legano le due chiese cittadine sono giustificati proprio dalla volontà del clero locale di dimo­strare la pari dignità dei due templi e il primato della chiesa secolare sui padri del convento. Scrive al riguardo il canonico don Eusebio Ciattei: «Nella vigilia di S. Panfilo, dopo la recita dell’Ufficio nella Collegiata (Chiesa Madre, n.d.r.), circa le ore 22 (ore 18 dell’orario francese), tutto il Rev(eren)do Capitolo anderà (sic) a cantare il Vespero nella Chiesa del Convento, che per antico costume, sarà pontificato dal Procuratore del Capitolo.

Il giorno di S. Panfilo, dopo la Messa conventuale nel­la Collegiata, uscirà la processione con tutte le statue e, dopo aver percorso le solite vie del Paese, anderà nel Con­vento dove il Prevosto dirà la Messa Solenne e cantato l’e­vangelo, il P. Guardiano si presenterà a’ piedi dell’altare con l’offerta di una candela di mezza libra e gli si darà a baciare il braccio di S. Panfilo. Cosa per una prestazione in segno di riconoscenza al nostro dritto su detta Chiesa».

Dal secondo dopoguerra viene condotta in proces­sione solo la statua del Patrono della città. Per la contrazione del numero dei sacerdoti, inol­tre, anche la Messa solenne cantata ha perso molto del suo fasto antico.

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